
La nostra società di revisione è composta esclusivamente da dottori commercialisti e business analyst in grado di assistervi per la redazione del business plan, di piani economico-finanziari (PEF) e più in generale in ogni circostanza in cui venga richiesto tale documento (ad esempio per finanziamenti bancari o nuove iniziative).
La redazione del business plan viene predisposta insieme al cliente, valutando le finalità di tale documento, i dati di input alla base del piano ed i risultati conseguibili dal business plan.
L’elaborazione del Piano economico finanziario integra l’analisi della fattibilità economico finanziaria dei progetti d’investimento.
La redazione business plan consente di esplicitare la fattibilità del progetto dalle diverse angolazioni valutative proprie dei soggetti coinvolti, e in particolare:
- La fattibilità complessiva dell’operazione;
- Il grado di convenienza per i promotori (azionisti della società di progetto) intesa come capacità di remunerazione del capitale proprio;
- La bancabilità del progetto per i finanziatori (soggetti terzi prestatori di fondi) intesa come garanzia di rimborso del capitale di debito.
Come deve essere predisposta la redazione Business Plan:
All’interno del piano economico finanziario occorre che vi siano:
- l’indicazione dei presupposti e delle condizioni di base che determinano l’equilibrio economico-finanziario degli investimenti e della connessa gestione;
- la specificazione della quota annuale di ammortamento degli investimenti;
- la specificazione del valore residuo al netto degli ammortamenti annuali;
- l’eventuale valore residuo dell’investimento non ammortizzato al termine della concessione;
- la dimostrazione della disponibilità delle risorse finanziarie necessarie a coprire il costo dell’investimento.
E’ importante sottolineare che ai sensi dell’art. 183 del Codice dei contratti pubblici, la redazione business plan deve essere asseverata da una società di revisione ai sensi dell’art. 1 Legge 1966/39
Obiettivo principale della redazione business plan è quello di stimare:
- la redditività attesa dell’investimento per gli azionisti;
- il fabbisogno finanziario in termini di ammontare e caratteristiche;
- la capacità d’indebitamento del progetto.
Nella redazione business plan vengono sintetizzate tutte le possibilità del progetto di tener fede alle aspettative dei promotori e dei finanziatori. I primi punteranno, nell’attuazione del progetto, ad un ritorno economico che soddisfi convenientemente il capitale di rischio. I secondi presteranno attenzione alle possibilità di rimborso del debito guardando l’aspetto economico solo quale condizione indispensabile per la creazione delle disponibilità finanziarie necessarie.
Per questo motivo il piano economico-finanziario asseverato nel dimostrare la sussistenza dell’equilibrio economico e finanziario dell’investimento, deve mettere in evidenza:
- che il flusso attualizzato dei ricavi è almeno sufficiente per realizzare l’impianto e per la gestione del servizio;
- dall’altro, che i flussi di cassa generati consentono di far fronte agli esborsi monetari connessi alla realizzazione e la funzionamento dell’impianto.
Dal Conto economico al rendiconto finanziario per l’Asseverazione del Business Plan
Le dinamiche economiche (es.: risultati di esercizio) e patrimoniali (es.: variazioni di capitale circolante netto) consentono anche di procedere alla stima dei flussi di cassa, la cui determinazione è fondamentale ai fini della sostenibilità del debito (infra) e per verificare la sussistenza di un’adeguata redditività a favore dei portatori di capitale proprio. È opportuno, a questo punto, ribadire la fondamentale differenza tra i flussi di cassa operativi (unlevered) e quelli disponibili per gli azionisti (free cash flow to equity – levered), la cui distinta determinazione è fondamentale ai fini della verifica della redditività del progetto e del capitale proprio.
Infine, per ciò che concerne le tecniche applicative, generalmente è possibile stimare il cash flow operativo utilizzando il metodo indiretto (che parte dal reddito netto e lo sterilizza delle componenti non monetarie positive e negative) o quello diretto (che tiene in considerazione le entrate e le uscite monetarie relative all’investimento iniziale e alla fase di gestione). La stima dei flussi di cassa di progetto può avvenire quindi sulla base di quanto esposto di seguito:
Flusso di cassa operativo di progetto (metodo indiretto)
(+) Ebit
(-) Imposte su risultato operativo
(=) NOPAT (net operating profit after taxes)
(+) Costi non monetari (ammortamenti, svalutazioni, acc.ti, ecc.) (+/-) Variazione del capitale circolante netto
(-) Utilizzo fondi
(=) Flusso della gestione corrente
(-/+) Investimenti (Disinvestimenti) in immobilizzazioni
(=) Flusso di cassa operativo (FCO)
Poiché il cash flow operativo non risente della struttura finanziaria dell’investimento, né del costo delle fonti di finanziamento, per misurare i flussi di cassa disponibili per gli azionisti2 e la liquidità finale, è necessario tenere in considerazione, rispettivamente, l’incidenza della quota capitale e degli interessi da restituire ai finanziatori e dei dividendi distribuiti, come sintetizzato di seguito.
Dal flusso di cassa operativo al saldo di cassa di periodo2
Flusso di cassa operativo
(+) Versamenti capitale sociale (+/-) Altri movimenti equity
(+) Accensione finanziamenti
(+) Imposte su reddito operativo (-) Imposte su reddito netto
(=) Flusso di cassa disponibile per il servizio del debito
(-) Pagamento interessi passivi
(-) Rimborso quote capitale debito (+) Beneficio fiscale debito
(=) Flusso di cassa disponibile per gli azionisti (FCFE)
(-) Pagamento dividendi ad azionisti (-) Altre restituzioni di equity
(=) Flusso di cassa netto dell’esercizio
Il passaggio dal flusso di cassa operativo a quello netto consente di apprezzare la ripartizione delle risorse e delle varie fonti che finanziano l’investimento.
Il Contributo Pubblico nelle operazioni di PPP
Per ciò che concerne l’eventuale contributo che la stazione appaltante può concedere al soggetto privato ai fini del perseguimento dell’equilibrio economico-finanziario, laddove sia erogato sotto forma di canoni, tariffe ombra o altri strumenti di sostegno alla gestione dell’opera per il concessionario (es.: compartecipazione alle spese di gestione), esso sarà contabilizzato come un ricavo di competenza.
Nel caso in cui, invece, si configuri come un contributo in conto capitale, è possibile adottare una delle due modalità classiche di trattamento contabile stabilite dalla prassi nazionale ed internazionale, vale a dire l’imputazione tra i ricavi pro quota, in base al principio di competenza, per l’intera durata della concessione a la riduzione del costo dell’immobilizzazione, con la conseguente imputazione di minori quote di ammortamento. In ogni caso, a prescindere dalla modalità di contabilizzazione, resta inteso che, ai fini delle imposte dirette, anche nei casi in cui sia corrisposto sotto forma di beni o diritti reali, il contributo concesso dalla stazione appaltante costituisce un elemento imponibile per il concessionario, rilevante sia ai fini delle imposte dirette che indirette.